Allora Rick, spiega al pubblico esattamente che cos'è una controfigura. Gli attori devono fare un sacco di cose pericolose. Cliff qui ha la parte più dura. Mi sono immediatamente immedesimato nel personaggio di Rick Dalton, perché anch'io come lui sono nato nel mondo del cinema. Ho un'immensa riconoscenza per la posizione che sono riuscito a raggiungere se penso alle continue piene di questo personaggio, all'abilità nel mantenere la fiducia in se stesso e alla perseveranza nell'essere sempre pronto a cambiare lavoro. I due personaggi, Rick e Cliff, che Quentin ha creato sono due facce della stessa medaglia. Il personaggio di Rick ironicamente sembra dover combattere tutti i giorni con la vita. Ho assistito alla più grande scenata isterica mai recitata dal mio amico Leo. Sergio Corbucci è uno dei miei registi preferiti Django Unchained, infatti, è basato su uno dei suoi film. Nel film il personaggio di Rick ha iniziato a recitare in Nebraska Jim, un finto western di Sergio Corbucci. Lui credeva di fare spazzatura all'italiana, mentre invece lavorava con uno dei più grandi maestri di tutti imi tempi. Lui non apprezzava quel lavoro, ma se il me di 40 anni dopo lo incontrasse gli direbbe, "Ma sei matto? Vai a Roma a lavorare per Sergio Corbucci!". Quentin mi ha detto che il mio personaggio sarebbe stato il cuore della storia, io l'ho vista con un raggio di luce e perciò volevo che fosse luminosa. È cosi che faccio il mio lavoro e interpreto le storie, cercando di avvicinarmi al personaggio nel modo più rispettoso possibile e anche stavolta ho fatto del mio meglio per omaggiare il ricordo di Sharon Tate. Nel 1969 quando c'è stata la strage di Charles Manson, erano i tempi dell'amore libero ed era un periodo di grande fermento in cui anche il cinema si stava ricalibrando, si stava evolvendo. Quando accadde quella strage, la tragica morte di Sharon Tate e degli altri quello che spaventava e spaventa ancora oggi, è che quell'evento ha manifestato il lato oscuro della natura umana.