“La situazione non è buona, Richard. Anzi, a essere sincero, è piuttosto critica”. “Di quanto tempo parliamo? “Probabilmente sei mesi”. “Mi chiamo Richard, sono il vostro professore. D'ora in poi faremo le cose in modo decisamente diverso. A proposito, se qualcuno vende marijuana, può passare da me durante l'orario d'ufficio? Grazie. Ciao. Ho il cancro e l'esito non è buono. In bocca al lupo per le vostre morti imminenti”. “Alla salute! Ah, non c'è bisogno di scherzare”. “A ci ...”. “Va bene, basta, ti do una B”. “Ma non ho ancora finito!” “Puoi sederti”. “Se mi fumo una canna, le secca?”. “Non è possibile, quest'erbe è favolosa!” “Solo essere ...”. “Dove l'hai preso?”. “Un bianco anglosassone di mezza età, per di più benestante, può ottenere qualsiasi prescrizione, cara”. “Che succede? Sembrate ubriachi o drogati”. “Non possiamo che ammettere entrambe le cose”. “Dobbiamo parlare. Io sono il rettore di questa università”. “Tu stai tradendo tua moglie, Henry, con la moglie di uno stimato docente di questo collage, nello specifico la mia”. “Sta bene?”. “No”. “Perché tu e la mamma state ancora insieme?”. “Eh, eh”. “Cosa ci è successo, Richard?” “Cosa ci è successo? La vita”. “Accidenti, Richard, sono di cristallo!” “Mi ha fatto l'occhiolino”. “Ragazzi, ha rimorchiato la cameriera in meno di un minuto”. “Eh, eh, eh”. “Sta zitto, Richard”. “Spero che i vostri genitori vi abbiamo detto che moriremo tutti alla fine, è come se galleggiassimo senza vivere e voi avete un'occasione, afferratela, stringetela, fatela vostra! Non lasciate che vi sfugga neanche un momento!” “Che ci fa qui il tuo giardiniere?”. “E' il mio contatto in caso di emergenza”. “Eh, eh, eh, sì!”. “Alla salute!”. “Salute!”. “Salute!”. “Aspetta, tutto qui?” “Sì, o almeno credo di sì, già, sì, ho finito”. “Io sono Richard”. “Ah, bevo qualcosa”. “Strano modo di presentarsi”.