“In tutti questi mesi ho riflettuto molto su me stesso, e ho sentito come uno spirito creatore che mi divampava dentro e mi incitava a fare di me uno degli orecchi attraverso cui il mondo sente, uno degli occhi attraverso cui il mondo vede. Insomma, voglio fare lo scrittore”. “Quanti ne vedi morire di fame, finire in galera perché sono dei poveretti, schiavi, ignoranti e stupidi. Lotta per loro, Martin”. “Quello che scrivi non si venderà mai, e noi non ci sposeremo mai e non saremo mai una famiglia”. “E io mi dovrei vergognare di raccontare tutto questo? Eh?” “Lo scrittore Martin Eden non esiste. È un frutto delle vostre menti. Quello che avete davanti è un malandrino, un marinaio. Io non sono un mito. È inutile che ci provate. A me non mi fregate. A me non mi fregherete, mai!”.