I primi avvertimenti erano arrivati all'inizio della scorsa estate anomalie nelle temperature che, mese dopo mese, avevano portato gli scienziati a fare una previsione. Previsione che adesso è confermata dai dati più recenti. Il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato, superando di gran lunga il primato precedente del 2016. A dirlo è Copernicus il sistema di monitoraggio dell'Unione Europea, un record preoccupante perché con l'aumentare delle temperature aumentano anche la frequenza e l'intensità dei fenomeni estremi. Anche su questo il 2023 ha presentato un conto pesante. Nel nostro Paese con gli incendi in Sicilia e le alluvioni in Toscana ed Emilia Romagna e all'estero ad esempio con quanto accaduto in Libia. La crisi climatica ha reso 50 volte più probabile e il 50% più intensa l'alluvione che ha portato alla rottura delle dighe di Derna. Decine di migliaia le vittime o negli Stati Uniti con le oltre 100 vittime provocate dagli incendi alle Hawaii. Le cause del record del 2023 sono note, c'entra un fenomeno naturale chiamato il Nino che farà sentire, in parte, i suoi effetti anche nei prossimi mesi, ma c'entra soprattutto l'utilizzo di gas petrolio e carbone da parte dell'uomo. L'origine, quella umana, su cui tutti gli scienziati concordano e che ha portato, prima di Natale, all'impegno sottoscritto da tutti i Paesi del mondo a fuoriuscire dai combustibili fossili. A preoccupare, nei dati di Copernicus, ci sono anche i primi segnali di un superamento di un grado e mezzo di riscaldamento globale rispetto ai livelli preindustriali. La soglia critica che porta ad un peggioramento della crisi climatica. C'è chi, tra gli scienziati, è stufo di non essere ascoltato e sui social commenta così: Ogni anno del resto delle nostre vite sarà il più caldo mai registrato e questo in corso sarà il più freddo del resto del secolo.