Sono passate da poco le 14 del penultimo giorno della Conferenza sul Clima di Belem, quando un incendio scoppia nella zona dei padiglioni. Nessuno rimane ferito, ma le fiamme e il fumo creano qualche attimo di paura. Decine di migliaia di persone abbandonano l'enorme cittadella racchiusa dentro la tensostruttura. Per chi è lontano dalle fiamme non è immediatamente chiaro cosa sta accadendo. Da queste parti è normale vedere persone correre per inseguire un ministro o una conferenza stampa. L'evacuazione procede senza disordini. Lo spazio che formalmente per queste due settimane viene controllato dalle Nazioni Unite, viene restituito al Brasile. Così i pompieri prendono il controllo della situazione e con un cordone che occupa tutto il corridoio principale, avanzano fino ad accompagnare fuori dalla Cop delegati, giornalisti, attivisti, osservatori e volontari al lavoro nella struttura. Non è ancora chiaro cosa abbia innescato l'incendio, esclusa la pista dolosa, si guarda alla precarietà dell'impianto elettrico. Qualcuno racconta anche di piccoli incidenti avvenuti già nei giorni scorsi. Con la struttura danneggiata, la Cop rimane chiusa temporaneamente, lasciando in sospeso un negoziato giunto alle ore decisive. Si attende un nuovo testo in cui si dovrà capire se ci sarà la roadmap per abbandonare le fonti fossili e con che parole verrà messa nero su bianco. Potrebbe essere un traguardo storico per una Cop che intanto è entrata nella storia per essere la prima interrotta da un incendio. .























