"Non essendoci obbiezioni così è deciso". Il martelletto del presidente della COP28 Sultan Al Jaber sancisce la fine della conferenza sul clima, il vertice ONU si conclude con un risultato storico, mai prima d'ora tutti i Paesi del mondo avevo messo nero su bianco l'uscita dalle fonti fossili. Per dire addio a gas, petrolio e carbone, cioè i principali responsabili della crisi climatica, la formula che accontenta tutti e transition away, che potremmo tradurre con fuoriuscita, una formula associata ai riferimenti temporali indicati dalla scienza, cioè emissioni nette zero alla metà del secolo, con il grosso del lavoro da fare da qui al 2030. Un testo più morbido rispetto al Phase out, cioè l'eliminazione di cui si è a lungo parlato, ma un linguaggio più forte visto con gli occhi dei Paesi produttori di petrolio che fino a pochi giorni fa non volevano nessun riferimento nel testo. Sembra così una concessione al mondo del fossile l'articolo che riconosce il ruolo dei combustibili di transizione, leggi gas, non è l'unico tallone d'Achille del testo, manca un serio impegno per la finanza climatica, indispensabile per aiutare i Paesi più poveri e vulnerabili ad accelerare la fuoriuscita dalle fossili, la finanza sarà la protagonista della COP29 in Azerbaigian. Ombre di un testo che portano i rappresentanti delle piccole isole a definirlo un accordo a maglie larghe, le isole che rischiano di scomparire a causa della crisi climatica portano a casa quello che c'è di buono ma denunciano le mancanze è l'approvazione frettolosa, incassano una standing ovation lunga quanto quella del via libera al testo. Su X è arrivato il commento di Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, "a tutti quelli che si sono opposti voglio dire che vi piaccia o no il Phase out arriverà". "Si chiude così una COP che entra nella storia delle conferenze sul clima, mandando un messaggio forte e chiaro alla politica".