E' ancora presto per capire come andrà a finire ma alla Cop 28 c'è chi mostra segni di nervosismo e l'Opec organizzazione che raggruppa 13 Paesi produttori di petrolio insieme a gas e carbone principali responsabili della crisi climatica dopo aver letto una bozza del testo con riferimenti all'eliminazione delle fonti fossili, il Segretario dell'organizzazione ha scritto una lettera invitando gli stati petroliferi a rifiutare qualsiasi accordo che abbia come riferimento l'energia più che le emissioni. Teresa Ribera spagnola che in queste ore sta guidando le mosse dell'Unione Europea in questi negoziati. Le isole Marshall tra le isole che rischiano di scomparire a causa della crisi climatica non ci stanno "Non andremo in silenzio nelle nostre tombe" fa sapere il loro Ministro dell'Ambiente. Neutra la posizione dell'Italia: "Sarebbe da scoprire se Opec che rappresenta i Paesi produttori e quindi venditori di petrolio non tutelassero i loro interessi. Stà a quella che è la valutazione complessiva di Cop dare un percorso, un percorso scritto che è quello della decarbonizzazione". Ma se è ancora presto per capire come finirà questa Cop nelle ultime ore intanto si è capito dove si terrà la prossima dovrebbe essere l'Azerbaigian. Dopo il veto di Mosca su una scelta europea Bruxelles ha ritirato la candidatura della Bulgaria e ha appoggiato quella di Baku su cui nel frattempo era caduto un altro veto quello dell' Armenia. Le regole della democrazia portano dunque la Cop in un altro Paese produttore di petrolio. Mentre nelle estate dell'expo di Dubai si negozia negli spazi all'esterno si assiste a una nuova manifestazione, la più grande vista fino ad ora con musica e slogan che richiamano la guerra in Medio Oriente e ovviamente la giustizia climatica.