Vedere il bicchiere mezzo pieno si potrebe ricorrere a Mark Twain e dire che la notizia della scomparsa del clima dal dibattito pubblico è fortemente esagerata. Perché è vero che l'argomento sembra svanito dall'agenda politica, c'entrano i conflitti in corso, c'entra soprattutto Donald Trump che nega l'esistenza del problema, nonostante le evidenze scientifiche. Eppure proprio il passo indietro degli Stati Uniti apre un vuoto politico. Per scoprire chi lo riempirà gli occhi sono puntati sulla città di Belèm in Brasile, alle porte dell'Amazzonia, dove si apre la COP 30, la Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite. 30 esima edizione del vertice, probabilmente la più politica dopo quella che 10 anni fa ha portato all'accordo di Parigi il pilastro della lotta alla crisi climatica. L'appuntamento si apre con il summit dei Leader e dei Capi di Stato. Attireranno le attenzioni le assenze da Trump a Xi. Ci sarà il Primo Ministro britannico Starmer e sentiremo parlare molto del discorso che terrà il Principe William, inviato dal Re Carlo, che da sempre è uno dei Leader più attenti ai temi ambientali. Il 10/11 poi iniziano i negoziati, si parlerà molto di riduzione delle emissioni e di adattamento. La questione dei soldi rimarrà centrale. Quello a cui dovremo guardare però saranno le alleanze e le mosse politiche, quelle dell'Europa che dovrà lavorare insieme alle potenze emergenti come India e Brasile, e soprattutto quelle della Cina che negli ultimi anni è diventata la Leader mondiale della transizione energetica. Se alla fine delle due settimane vedremo un documento politico che sappia guardare al futuro in maniera concreta e credibile, allora forse potremo parlare di un successo, almeno a voler vedere il bicchiere mezzo pieno. .























