Sì, sta per finire il primo tempo di questa conferenza sul clima che si sta svolgendo a Belem, in Brasile. È il momento in cui si iniziano a intravedere le prime bozze e in cui si inizia a utilizzare anche la parola "stallo" per raccontare di questi negoziati stallo, in particolare sul cosiddetto programma per la giusta transizione, uno degli obiettivi della COP, di questa COP. Si iniziano ad intravedere delle diversità di vedute tra i paesi, come l'Unione Europea e la Nuova Zelanda, che vorrebbero un testo più ambizioso, ed altri paesi, come ad esempio il Qatar, che vorrebbero inserire e definire la giusta transizione in un contesto più ampio, quello della sicurezza energetica e dell'accessibilità economica. Tutto questo mentre c'è un rapporto scientifico di cui si è parlato molto nelle ultime ore, che è il Global Carbon Budget 2025, che ci dice che stiamo esaurendo il cosiddetto budget di emissioni per cercare di rimanere sotto la soglia del grado e mezzo di innalzamento della temperatura globale. Lo abbiamo praticamente esaurito e quindi le emissioni sono destinate ad aumentare anche per il 2025. Da qui l'urgenza di uscire dalle fonti fossili. Ed è ormai chiaro che uno dei successi di questa conferenza sarà cercare di portare avanti quel linguaggio sulle fonti fossili che era stato iniziato due anni fa alla COP di Dubai. Tutto questo mentre oggi è la giornata dedicata al tema dei trasporti, uno dei settori che contribuisco alle emissioni di CO2. Mentre domani ci saranno le proteste. Torneranno le proteste anche fuori dalla conferenza, visto che, dopo diversi anni, siamo di nuovo in un paese democratico, cioè il Brasile. E ci saranno proteste in tutto il mondo, anche in Italia, a Roma quella più grande del Climate Pride. .























