Piene le piazze di un'ottantina di città italiane, da Udine a Palermo, in concomitanza con la giornata di sciopero globale per il clima. Ci sono i ragazzi di Fridays for Future, ma anche tante associazioni ambientaliste. Resta centrale la richiesta di azioni urgenti, per risolvere la crisi climatica ed ecologica, la più grande sfida di questo secolo. "Le fonti fossili sono drammaticamente una fonte da cui siamo ancora dipendenti, lo vediamo anche al ricatto geopolitico che subiamo, non solo dai cambiamenti climatici, però per questo secondo noi è ancora più urgente cambiare rotta, non continuare a investire nel gas, ora si parla addirittura del carbone, si deve puntare sulle rinnovabili, si può fare adesso". E di fronte all'immobilità dei governi come singoli, dicono gli attivisti, il più grande contributo che si può dare sta nell'alzare la voce tutti insieme, contro l'ingiustizia climatica. "Lavoro e ambiente vanno assieme, ed è fondamentale riuscire a mettere insieme l'ecologia con il lavoro e con la giustizia sociale". "Oggi portiamo come uno dei nostri slogan: Earth for 99%, la terra per il 99%, perché c'è un 1% più ricco della popolazione, che di fatto sta determinando il futuro di tutto il resto e invece noi vogliamo che a decidere il futuro della terra torni a essere chi la abita, il 99% delle persone". Ma stavolta, circola di bocca in bocca e negli slogan e sugli striscioni, anche la parola pace. Non solo quindi la richiesta di un addio al carbone, ai combustibili fossili, ma anche un no forte alla guerra. "L'Italia sta mandando qualcosa come 100 milioni di euro al giorno alla Russia, per pagare per i suoi combustibili fossili, e noi stiamo finanziando dei crimini di guerra, di fatto". "Secondo noi la giustizia climatica è il faro che ci deve guidare, è un faro perché la sfida del clima ci unisce tutti. Quello che possiamo fare adesso è cambiare il nostro modello energetico, in un modello più democratico che ridurrebbe il peso sulle bollette dei cittadini, e ci permetterebbe di essere più forti sul piano politico per aiutare il popolo ucraino".