È il ciclo illegale del cemento, dalle occupazioni di demanio marittimo alle cave illegali, all'abusivismo edilizio, il reato ambientale più diffuso. La denuncia arriva dal rapporto Mare Monstrum 2023 di Legambiente che ha calcolato 10.337 casi di violazioni in legge, il 52,9% di tutti i reati ambientali registrati lungo le coste italiane nel 2022. Smaltimento dei rifiuti illegale e mala depurazione sono al secondo posto degli illeciti contestati, 4.730 casi, seguiti dalle violazioni del Codice della Navigazione in materia di nautica da diporto in aree protette e pesca di frodo. Più in generale nel 2022 i reati ambientali sono aumentati del 3,2% rispetto al 2021, gli illeciti amministrativi del 13,1%. Una fotografia preoccupante su cui è urgente intervenire. Legambiente fa otto proposte: demolizione degli edifici abusivi affidata ai prefetti, investimenti sui depuratori, messa in regola delle reti fognarie, individuazione di aree nelle quali vietare lo scarico delle cosiddette acque nere o grigie, la lotta alla pesca illegale sono alcuni dei punti sui quali l'associazione ambientalista sollecita il governo. L'anno scorso sono state sequestrate oltre 400 tonnellate di prodotti ittici, 1.000 Kg al giorno, un danno economico ma soprattutto ambientale che si ripercuote sull'intero ecosistema. Sul fronte degli illeciti ambientali infine si riscontra come poco meno della metà è stata accertata nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria.