Lo spazio è una grande opportunità economica, ma deve avere regole condivise. "... è una forte iniziativa a livello internazionale, le Nazioni Unite per prime, per cercare di far adottare delle regole in maniera globale e poter guardare a un futuro più sostenibile dello spazio e dell'ambiente in orbita". Non è chiaro chi sia il proprietario e chi sia il gestore dello spazio, potrebbe essere la sintesi della visione industriale e dei progetti in corso, che devono muoversi tra concorrenza agguerrita, a volte spregiudicata, come nel caso della Cina. "Bisogna trovare delle regole condivise per capire come andarci, come muoversi, come raccogliere i detriti che ci sono e per avere appunto, quella che noi chiamiamo sicurezza dello spazio e dallo spazio". Al momento in orbita ci sono 4.300 satelliti, soprattutto ci sono 130 milioni di residui: spazzatura potenzialmente pericolosa, che vola sopra le nostre teste. L'ingresso dei nuovi concorrenti nella corsa dei cieli, dovrebbe implicare l'applicazione di regole condivise, anche perché oltre alle diverse potenze internazionali, ora nello spazio si muovono anche gli imprenditori privati. "Il che realizza se vogliamo, anche una forma di democratizzazione dello spazio. Questo cosa attesta? Attesta come lo spazio generi, e qua usciamo un po' dalla poesia, ma generi profitti". Si calcola che per ogni euro di investimento, vengano generati tra i 3 e i 7 euro di profitti e parlando dunque di fondi del Recovery, uniti al tema della transizione tecnologica, lo spazio diventa centrale per politica ed industria, come è ben chiaro anche a chi è già abituato a viaggiarci. "Creiamo un collegamento con il futuro, è un futuro a lungo termine, ma che in realtà arriverà rapidamente e cioè, le risorse extra atmosferiche sono già accessibili e non soltanto alle grandi industrie, non soltanto agli Stati Uniti, ma rapidamente diventa un'opportunità per tutti".