Il 2022 è stato un anno molto triste per i ghiacciai, l'anno orribile veramente. Abbiamo avuto pochissime precipitazioni nell'inverno prima, e un'anomalia di temperature. Il ghiacciaio soffre non del picco di temperatura, ma del permanere di temperature alte, soprattutto con l'assenza di rigelo notturno. E il 2022 ci ha dato un po' tutti questi fattori insieme e sui ghiacciai su cui viene misurato il bilancio di massa, abbiamo perso una lama praticamente equivalente di 4 metri equivalenti sul ghiacciaio quando la media era di 1, quindi quattro volte peggio rispetto alla media. I ghiacciai sono in sofferenza, solo in Valle d'Aosta ogni anno perdiamo l'equivalente del centro della città di Aosta, quindi è sicuramente un trend evolutivo molto marcato, di ritiro e di perdita di volume dei nostri ghiacciai Alpini. Sulla base degli scenari internazionali mondiali della IPCC prevedono che per la fine del secolo, in questa parte, avremo ancora dei ghiacciai rispetto ad altre parti, dove saranno scomparsi, ma solamente nelle parti più alte. Ricordiamoci sempre che il ghiacciaio è uno stock di acqua, quindi quando saranno così ritirati avremo perso molta acqua e questo è il dato che, probabilmente ci deve preoccupare di più. I ghiacciai hanno sempre avuto dell'evoluzione, attenzione, non dimentichiamo che in un determinato periodo storico i ghiacciai si erano già ritirati. La differenza con adesso, e questo non lo dico io ma lo dice la IPCC, è la rapidità e l'intensità del fenomeno che non ha uguali. Questo è un dato scientifico, non è un dato discutibile. Gli eventi più descritti anche nella letteratura sono le possibilità di crolli in roccia con temperature possibilmente elevate, le valanghe che sono leggermente diverse, potenziali crolli di seracchi, i rischi in montagna sono insiti nella frequentazione della montagna. Quello che abbiamo adesso, possiamo avere degli eventi estremi, e su questo bisogna essere preparati e molto attenti, ancora di più rispetto a tempi che potevano essere detti normali.