I fantasmi del passato siderurgico sono ancora lì che aspettano una bonifica. Le compensazioni per Piombino sono attese da anni e adesso che il Governo ha deciso che è su questa darsena-nord che arriverà il rigassificatore sotto forma di nave, un mare di sfiducia lo circonderà. La ragione di Stato è chiara: serve un'opera, serve il prima possibile e la Golar Tundra era, sul mercato, l'opzione più veloce. Serve lì o comunque in un porto del centro-nord, vicino alle attività produttive. Le ragioni del territorio non hanno solo a che fare con la disillusione: "il rischio zero non esiste", scrivono anche sugli striscioni dei terrazzi a Piombino che è, per il numero dei passeggeri, il terzo porto italiano. "Da dove arriva questo pesce?" "Allora, questo pesce arriva dall'impianto di allevamento in vasche che è situato vicino al porto di Piombino dove verrà posizionato il rigassificatore". Andiamo a vedere le vasche. A 1.300 metri dalla banchina del rigassificatore, dietro la collina, l'acqua, oltre al procedimento di gassificazione, tornerà in mare più fredda di 7 gradi e con l'aggiunta di cloro. Il primo polo italiano di itticoltura vuole garanzie. Un incontro con Snam è in calendario il primo settembre. Non crede ad un sacrificio chiesto solo per tre anni e non si arrende ad un futuro già scritto il sindaco di Piombino. Le sue parole sono missili, anche per il suo partito, Fratelli d'Italia. "Io sono chiamato a tutelare la mia comunità, lo faccio istituzionalmente nei luoghi deputati, quindi nel procedimento amministrativo. Nessun imbarazzo, anche perché il partito, comunque, anche a livello regionale, ha sempre sottolineato come la scelta di Piombino è una scelta sbagliata e probabilmente è una scelta che deve essere rivista, sempre che non sia troppo tardi. Il futuro Governo, se dovesse essere a guida di centro-destra, probabilmente verificherà se ci sono altre soluzioni diverse da Piombino e comunque dovrà essere chiamato a verificare che siano assicurate le garanzie in ordine all'incolumità pubblica".