Al suo primo incontro ufficiale a Roma con Giorgia Meloni premier, Emmanuel Macron troverà un capo del governo sicuramente aperto a convergere sui più grandi dossier di politica internazionale e disponibile a superare le tensioni pregresse in nome del bene comune, ma un Parlamento, quello italiano, dove ci sono solo polemiche e per dirla con le parole del Ministro della Difesa Crosetto: chi ci rimette è il Paese. Maggioranza e opposizione sono divise su tutto: sulla guerra in Ucraina, sul riarmo, sul conflitto in Medio Oriente, sui dazi di Trump. Non si insegue la logica di una posizione condivisa, ma di un reciproco scambio di accuse, e non soltanto sulle questioni di politica estera. A scatenare la durissima reazione del Centro-Sinistra, è stato infatti anche il primo via libera in Aula alla Camera al Decreto Sicurezza, sul quale il governo Meloni aveva posto la questione di fiducia e che il Ministro dell'Interno Piantedosi ha definito "strategico". Dalla cannabis alle occupazioni abusive, dalle carceri alle detenute madri, una stretta decisa dell'esecutivo, con 14 nuovi reati più tutta una serie di aggravanti. Un decreto accompagnato dalle proteste feroci di PD, 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra prima delle votazioni finali a Montecitorio, che attende ora di passare all'esame del Senato. .























