"Il momento più difficile della pandemia è stato proprio il momento in cui io sono rimasta a casa e avendo due bimbe così piccole non sapevo più come fare. Non sai se puoi arrivare fino a fine mese". La crisi economica generata dal Covid è un aumento della povertà minorile arrivata nel 2020 al suo massimo storico degli ultimi 15 anni. Secondo una ricerca condotta da Save the Children un milione e 346 mila minori sono in condizioni di povertà assoluta, che significa il 13,6% dei bambini e degli adolescenti italiani. Una povertà materiale strettamente connessa alla povertà educativa che la pandemia ha trasformato anche in una nuova forma di povertà, quella digitale. "La difficoltà che riscontro maggiormente è la concentrazione ma anche il rapporto con i professori". "Non si è tenuto in considerazione il fatto che non tutti potevano avere a disposizione un computer o una connessione a internet stabile". Secondo l'indagine pilota dell'organizzazione internazionale ancora oggi un quinto dei ragazzi non è in grado di eseguire semplici operazioni utilizzando gli strumenti informatici. L'82% dei giovani intervistati, poi, dichiara di non aver mai utilizzato, prima della pandemia, il tablet a scuola, percentuale che sia assesta al 32,5% per la lavagna interattiva multimediale, la cosiddetta LIM. Ma c'è di più: il 30,4% dei partecipanti allo studio dichiara di non avere a disposizione nessun tablet a casa mentre il 14,2% di non avere un computer. Più della metà, infine, il 54%, vive in abitazioni dove ciascun membro della famiglia ha a disposizione meno di un dispositivo. Con l'obiettivo di contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica nelle periferie e nei quartieri più deprivati di 36 città Save the Children rilancia la campagna "Riscriviamo il Futuro" con l'invito a firmare il manifesto scritto in collaborazione con i ragazzi che chiedono di uscire dall'invisibilità. "Il mio desiderio è di riabbracciare i miei amici", "Abbracciare qualcuno, vedere il suo sorriso", "E di giocare insieme".