L'omaggio dell'Associazione Nazionale Partigiani a Roma comincia alle Fosse Ardeatine, luogo simbolo della Resistenza, dove il 24 Marzo 1944 i nazisti trucidarono 335 persone in rappresaglia per l'attentato di via Rasella. Il segretario della CGIL, Maurizio Landini, depone una corona di fiori, poi entra nelle ex cave. "Vorrei ricordare che i primi scioperi, a marzo del 1943, avvennero quando ancora il regime fascista era al governo, non c'era stato l'8 settembre ancora. E bisogna ricordare a tutti che scioperare allora voleva dire essere licenziati, voleva dire essere fucilati, voleva dire essere mandati nei campi di concentramento". Con lui alcuni partigiani. Mario Di Maio, nel 1944 era bambino. "A noi ci venivano a scoprire i letti, noi eravamo 18 dentro casa, per cercare mio padre". La rappresentanza dell'Anpi si sposta a Tor Marancia, poco distante dove parte il corteo diretto a Porta San Paolo. Alle Fosse Ardeatine arriva il Ministro degli Esteri, accompagnato dai vice presidenti di Senato, Gasparri, e Camera, Rampelli, dalla Sottosegretaria alla Difesa, Rauti, dal presidente alla Regione Lazio, Rocca, dal sindaco di Roma, Gualtieri. "La liberazione dal nazifascismo rappresenta un momento da ricordare, da celebrare, da festeggiare. È un momento di condivisione in cui tutti si devono riconoscere". "Questa pagina è alla base poi per i passaggi successivi che ci hanno portato alla Repubblica e ad avere la Costituzione più bella del mondo". Il ricordo della lotta di liberazione si conclude sotto la Piramide Cestia, a Porta San Paolo, teatro di uno degli episodi più drammatici ed eroici della Resistenza, dove ci fu l'estremo disperato tentativo, da parte dei militari e dei civili italiani, di opporsi all'occupazione tedesca della capitale, cominciata dopo l'annuncio dell'armistizio.