“Il tampone verrà inserito in questa provetta, verrà poi estratto lo swab, la provetta verrà poi sigillata e arriverà al laboratorio”. Un tampone ogni 28 secondi, 2500 tamponi al giorno. Eccoli i robot in funzione che potenzialmente possono processare il maggior numero di campioni nel minor tempo possibile. La novità tecnologica, di costruzione americana e diffusa in più Paesi del mondo, è arrivata nei laboratori dell'ospedale di Calcinate, in provincia di Bergamo. Si tratta di una donazione di quasi 200 mila euro all'Azienda sociosanitaria di Bergamo Est da parte di un gruppo di imprenditori della zona che hanno aderito ad un progetto finanziato dal Rotary. La spesa comprende macchinari più un kit di materiali consumabili tra cui i reagenti. “E' un progetto rivoluzionario, nel senso che finora il sistema della medicina di laboratorio in Italia è stato improntato solo all'ottenimento di una qualità assoluta, perché ovviamente bisogna che il lavoro dei laboratori sia di qualità assoluta, per questo si è sacrificata la quantità. Quindi noi abbiamo una medicina di laboratorio che è un artigianato di lusso, di grandissima affidabilità, ma di quantità molto bassa”. Nella provincia più colpita dal coronavirus si cerca di fare il possibile per aiutare la sanità e soprattutto per non lasciarsi cogliere impreparati per l'autunno, quando una seconda ondata di Covid-19 potrebbe riaffacciarsi perché il virus non è stato sconfitto. “Noi abbiamo trovato, messo insieme diverse tecnologie già esistenti, però integrate in un sistema che permetteva in maniera modulare di crescere in capacità. Abbiamo alcune macchine che collaborano con le persone, per esempio abbiamo un robot, cosiddetto collaborativo, che aiuta il tecnico di laboratorio a fare operazioni in maniera molto più veloce e anche molto più sicura”. Questo è solo un primo passo di un progetto più ampio che prevede l'acquisto e l'installazione di altri tre impianti che porteranno a processare fino a 5 mila tamponi al giorno, promette la task-force che ha presentato il progetto. “Abbiamo investito in macchinari ed in tecnologia, non solo macchinari, ma anche sistemi software gestionali, perché è nostro dovere avere una visione di un mondo che continua, non di un mondo che si ferma”. “Queste sole macchine quando entreranno in servizio praticamente raddoppieranno quella che era la capacità media dell'intera Lombardia”.