"Questo progetto da la possibilità a CoopCulture di aprire uno spazio, che sarà uno spazio da vivere insieme alla comunità che ci sta intorno, con questa piazza bellissima che è una piazza iconica per la città, la piazza più importante della città. È una mostra che vuole vedere Palermo da un punto di vista positivo. Questa sarà la caratteristica di Palazzo Bonocore, restituire alla città i momenti belli della città che probabilmente vanno raccontati e narrati con questo occhio critico ma anche di speranza." "Questa è una mostra che viene molto da lontano. Abbiamo lavorato tantissimi mesi ma in realtà il progetto era un desiderio che avevamo tantissimi anni fa ben prima che che ci fosse tutto questo interesse per questo periodo storico, che va dalla fine del '800 ai primi due decenni del del '900. Abbiamo lavorato molto sui testi e su un lavoro di ricerca grandissimo perché abbiamo analizzato centinaia di libri e archivi. Abbiamo concentrato gran parte del nostro racconto sul contesto in cui anche i Florio e la famiglia Ingham, più importanti e più forse decisive, hanno vissuto proprio per provare a raccontare una Palermo del passato ma anche una Palermo nel futuro." "Palermo felicissima è un termine, una locuzione, che spesso risuona nelle orecchie in qualche modo anche con nostalgia. Era la descrizione di come fosse la città, oggi in qualche modo diventa un manifesto. Stiamo proprio agendo nel dna della città, nel dna culturale e sociale che è un modo, non l'unico, per tornare a far si questa città sia felicissima.".