Le parole memoria e speranza ricorrono nei messaggi che accompagnano i doni con cui gli studenti accolgono Andra e Tatiana Bucci al teatro Massimo di Palermo. Memoria e speranza sono le parole chiave negli incontri che le due sorelle, sopravvissute ad Auschwitz, tengono periodicamente nelle scuole perché si conosca e non si ripeta l'orrore dello sterminio compiuto dal regime nazifascista su milioni di persone adulti e bambini. "Pensare che tanti Dio siamo le più giovani sopravvissute italiane, è molto importante che i ragazzi sentano dalla nostra voce quello che è successo". Andra e Tatiana avevano 4 e 6 anni quando vennero deportate. "La cosa più triste che ricordiamo dell'arresto è la nostra nonna inginocchiata davanti a un nazzista, parliamo anche di fascisti perché la mamma ce lo disse questo e la nostra nonna supplica di lasciare almeno noi bambini a casa e la cosa non è stata fatta". Andra e Tatiana furono tra i pochissimi bambini a salvarsi, non ebbe la stessa fortuna l'amato cugino Sergio, trasformato in cavia da laboratorio e poi ucciso con altri bambini per eliminare le prove dei crimini nazisti. "È il ricordo più penoso per noi da raccontare". Nel dibattito organizzato dalla fondazione museo della Shoah presieduta da Mario Venezia, Andra e Tatiana raccontano l'olocausto, rispondono alle domande dei 1200 studenti arrivati da tutta la Sicilia e ripercorrono così il loro Calvario. "Nonna e zia Sonia sono salite su un camion, chi saliva sul camion entrava direttamente nel campo e venivano gasati subito, eliminati subito", "giocavamo attorno a questi cadaveri".