Mentre da Pozzallo arriva notizia di altri 14 casi di positività al Covid-19 tra migranti pakistani sbarcati nei giorni scorsi, i primi 11 risultati contagiati sono arrivati questa mattina al Policlinico militare del Celio a Roma. Vanno ad aggiungersi ai 13 Bengalesi trasferiti inizialmente ad Amantea, provincia di Cosenza, che tanto clamore hanno suscitato tra proteste e manifestazioni della cittadinanza, arrivata a bloccare la statale. Ora sono tutti qui, nella struttura dedicata ai pazienti malati di Covid, realizzata in piena pandemia in sole tre settimane, dotata di 150 posti letto, dei quali 50 di terapia intensiva e subintensiva. Stanno bene, per la maggior parte asintomatici, trascorreranno qui le due settimane di quarantena. Queste ed altre strutture militari sono destinate, ha spiegato il Ministro dell'Interno Lamorgese, ad ospitare i migranti positivi. Al titolare del Viminale ha anche tenuto a evidenziare che comunque tutti coloro che arrivano in Italia, sia via mare e via terra, vengono sempre isolati e monitorati, ma in realtà il problema va ben oltre la paura del contagio dall'estero. La questione sempre aperta resta quella degli sbarchi. Stasera il Ministro sarà in Libia, a Tripoli e poi anche in Tunisia, proprio per cercare di affrontare in maniera concreta la questione. E sullo sfondo la richiesta sempre aperta all'Europa per una gestione comunitaria del fenomeno.