21 marzo 2015, primo giorno di primavera, tra le vele di Scampia che oggi stanno andando giù, arriva Papa Francesco. "La vita a Napoli non è mai stata facile, ma però non è mai stata triste. È questa la vostra grande risorsa. La gioia, l'allegria. E' la prima volta dall'inizio del suo pontificato che visita una grande metropoli italiana e fa partire la sua visita a Napoli dalla periferia. Padre Francesco Minervino della parrocchia della resurrezione c'era e aveva organizzato la logistica. "Poi ci sono quelle frasi che lui disse a braccio perché non stava nel discorso sulla corruzione e sulla camorra, usò quell'espressione un po' particolare." "Disse la corruzione spuzza." "Spuzza in un certo dialetto forse piemontese spuzza" "Se noi chiudiamo la porta ai migranti. noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama questo? Si chiama corruzione. Una cosa corrotta e una cosa sporca, eh? se noi troviamo lì, un animale che, è morto e si corrompe, corrotto, è brutto, ma anche spuzza. La corruzione spuzza e la società corrotta spuzza." Scampia sta cambiando e cambierà ancora, grazie alle tante energie positive che vengono proprio dalle periferie. "È il Papa della periferia. Al di là delle complessità che porta anche una realtà urbanistica, sociale, fare uscire il meglio dal cuore delle persone." Tra i tanti ragazzi e bambini nel 2015 c'era una giovane mamma con la sua bimba, che aveva già ricevuto una carezza dal Papa appena nata dopo una gravidanza difficile. "Tra i tanti bambini che comunque si erano avvicinati a lui, è quasi come se quando avesse visto mia figlia l'avesse riconosciuta. Io credo e per me sono segni importanti, sono segni forti." "Cosa è rimasto secondo lei nella comunità come segno?" "Un'emozione indescrivibile. Soprattutto una giornata di riscatto.