"Anche ieri se n'è andato come voleva lui perché lui non lo convincevi, non lo convinceva nessuno, era hombre vertical fino alla fine e quindi anche ieri ha deciso quello che voleva fare." I familiari innanzitutto e poi i volti noti del mondo del calcio, la delegazione della nazionale del Cagliari, le autorità e ovviamente i tifosi, i cittadini, a migliaia arrivati da tutta l'isola Quello che Gigi Riva ha rappresentato per Cagliari e la Sardegna prima ancora che per tutto lo sport italiano lo racconta la folla stipata dentro e fuori il Santuario di Nostra Signora di Bonaria. Dopo aver sfilato per due giorni alla camera ardente allestita allo stadio, la città gli ha dato l'ultimo saluto laddove in passato i naviganti venivano a chiedere protezione prima di affrontare il mare. Una Chiesa che più cagliaritana non si poteva immaginare, come più sardo dei sardi era questo fuoriclasse del pallone arrivato sull'Isola nel 1963, proveniente dalle sponde lombarde del Lago Maggiore e da allora mai più andato via. "Il suo tiro e la sua forza morale aveva questo rumore che erano molto più importanti e molto più forti delle parole, poi mi ricordo che ero bambino e la sua figurina era quella più ambita." "Faccio fatica a trovare qualcuno nel mondo dello sport che è stato più integerrimo di lui sotto tutti i punti di vista, poi qualcuno dice erano altri tempi ma io penso che lui anche oggi ma anche fra millenni sarebbe stato comunque così." "È come se se fosse morto qualcuno di famiglia, di casa, ma per tutti i sardi è così." "La vede? L'avevo il giorno dello scudetto." "Un grande uomo che ha dato tantissimo per Cagliari e per tutta la Sardegna.".