Le aggressioni ai medici del pronto soccorso sono ormai quasi cronaca quotidiana. L'ultimo episodio a Palermo, domenica quando il parente di una degente, aiutato da altre due persone, si è scagliato contro un dottore in servizio al Policlinico Paolo Giaccone, solo perché era stato invitato a lasciare la stanza dove era in corso una visita. Il medico è stato picchiato brutalmente tanto da riportare una lussazione all'omero ed una prognosi di 40 giorni. Gli aggressori sono stati denunciati. Qua, le aggressioni a medici e infermieri purtroppo sono quasi all'ordine del giorno. Lunghe attese dovute a protocolli anti-Covid, alla mancanza di personale medico ed infermieristico hanno peggiorato la situazione. "Alcune volte il paziente aggressivo, mentre stai rianimando un suo familiare, elude qualunque sorveglianza ed entra nella stanza mentre stai rianimando. E siccome guarda la tv e vede che se uno è in arresto cardiaco In TV fanno vedere che c'è il defibrillatore, anche se il ritmo non è defibrillabile, ricomincia a minacciare dicendo: usa questo macchinario, usa questo macchinario usalo, dagli la scossa. E quindi ti ritrovi a dover prendere le decisioni con questo disturbo esterno che certamente non giova dal punto di vista della serenità per l'assistenza. Nei posti in cui c'è una carenza grave aumenta l'aggressività perché aumenta l'attesa fuori". I pronto soccorso, dunque sono sorvegliati speciali di quest'estate con il Covid.























