Almeno a un primo esame sui cani non sono state trovate tracce di sangue di Giulia che suggeriscano senza dubbio un'aggressione. La bimba di nove mesi morta ad Acerra, nel napoletano, nella tarda serata di sabato scorso sarebbe stata azzannata dal pitbull di famiglia, uno dei due cani presenti in casa. Il padre, Vincenzo Loffredo, 24 anni, è accusato di omicidio colposo e omessa custodia dei cani. In un primo momento aveva parlato di un'aggressione in strada da parte di un randagio, poi ha cambiato versione dicendo di essere crollato dal sonno dopo aver messo a dormire la bambina mentre la compagna era a lavoro e di non aver sentito nulla. Avrebbe poi trovato al risveglio la bambina sul pavimento, accanto al letto matrimoniale, in condizioni ormai disperate. Sono diversi i dubbi che adesso l'inchiesta sta provando a chiarire. Innanzitutto la dinamica, visto che la versione dei fatti offerta dal 24enne presenterebbe diverse incongruenze e buchi. Vanno avanti le indagini sulle eventuali tracce biologiche sui due cani, in particolare il pitbull, oltre alle tracce organiche che non sarebbero state trovate c'è l'indagine sulle tracce di DNA. Intanto è stata svolta l'autopsia sul corpo della bimba, ma sono anche state acquisite le telecamere di videosorveglianza davanti alla casa e nella zona l'obiettivo è capire gli spostamenti di Loffredo e trovare riscontri o smentite alla sua versione dei fatti. È stata riscontrata inoltre una positività alla cannabis, ancora però da verificare, poiché non è chiaro quando sia stata assunta dal 24enne e in che misura. I funerali della piccola Giulia ci saranno giovedì nel Duomo di Acerra. Per volontà dei familiari potrebbero svolgersi in forma privata. .