Nel 2024, in Italia, sono state denunciate 25.940 aggressioni, sia fisiche che verbali a medici ed operatori sanitari. Il dato tiene conto sia del settore pubblico che di quello privato. Un incremento del 33% rispetto all'anno precedente. Episodi gravi, che non dovrebbero mai succedere. Di fronte al crescente allarme, diversi ospedali, come il Policlinico Umberto Primo di Roma, hanno deciso di organizzare corsi per prevenire le aggressioni, reagire nel modo giusto nel caso di violenze verbali o fisiche, attuare quella che viene chiamata de-escalation dell'aggressività. "Cioè quella tecnica che ti consente di abbassare un po' il livello di tensione nei confronti dell'utenza. E da un anno e mezzo all'incirca abbiamo attivato anche dei corsi di autoprotezione". I corsi hanno una parte teorica, che prepara a riconoscere la violenza sul nascere, e una di prove pratiche. "La posizione di base, l'equilibrio, la stabilità, il fatto di doversi poi confrontare in una situazione comunque di equilibrio". Pronto Soccorso, aree di degenza, servizi psichiatrici e ambulatori sono i settori più a rischio aggressioni. Gli autori delle violenze sono spesso pazienti o loro famigliari. "Anni fa, in un'altra struttura, un pregiudicato giovane, purtroppo deceduto, tutti i suoi famigliari praticamente volevano quasi ucciderci, volevano scagliarsi contro di noi". Il governo sta valutando ipotesi per aumentare la presenza di forze dell'ordine negli ospedali, ma intanto, corsi come quello organizzato nel policlinico romano stanno riscuotendo consensi tra i dipendenti. "Per una maggiore consapevolezza della gestione anche del proprio corpo, sapersi muovere, da maggiore sicurezza".