"La diga era nata per il 50-60% per l'agricoltura e la rimanenza, mentre ora praticamente rimane soltanto quella che è per la città". Ora che la crisi idrica si è estesa, la priorità per la distribuzione della poca acqua rimasta negli invasi come il Poma a Partinico, va ai centri urbani, destinata ad usi domestici, ospedalieri, alle strutture ricettive prese d'assalto già dalla settimana di Pasqua in questa primavera che ha temperature da estate. La siccità ha decimato le produzioni di frutta e ortaggi e gli agricoltori, già in sofferenza dopo un inverno senza pioggia, ora sono in ginocchio. "Tra la siccità e i problemi strutturali del Lago Poma, la produzione si è dimezzata." L'acqua, anche quando c'è, si spreca o non viene distribuita a causa di guasti, perdite che arrivano, in alcune zone della Sicilia, a sfiorare il 70% . Dal consorzio agricolo Ente Regionale, nato nel 2006 e commissariato, l'acqua negli ultimi mesi non è arrivata, ma le bollette si, e sempre più care. "L'anno scorso, dopo un anno di mancata erogazione, ci fecero un regalo raddoppiando, diciamo, le quote consortili e le cartelle esattoriali". "I rubinetti del consorzio sono rimasti chiusi, quest'anno non è arrivata una goccia d'acqua. Lei ha dovuto comprarla?" "Si, si, ma per il minimo indispensabile". "Quanto ha speso?" "Beh, insomma, migliaia di euro". Il rischio è che in alcune zone della Sicilia scompaia l'intero settore agroalimentare. "E c'è l'abbandono delle campagne. I giovani chiudono le aziende. E poi ci fanno la narrazione che tutto va bene, il made in Italy. E la cosa più indecorosa e vergognosa: sia la politica, sia le organizzazioni sindacali, di questa problematica sono silenti".