Avrebbero pilotato appalti pubblici per oltre 2,5 milioni di euro, fatto soldi con il traffico e lo spaccio di cocaina con le estorsioni. Per questo 35 persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare e 12 sono finite in carcere. Le accuse a vario titolo sono quelle di associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga. L'operazione coordinata dai magistrati della Dda di Palermo e condotta sul campo dai Carabinieri del comando provinciale di Agrigento ha colpito esponenti delle famiglie mafiose di Licata, Favara, Palma di Montechiaro, famiglie che hanno accertato i magistrati non era legate a Cosanostra, ma cosidetto Paracco ovvero una sorta di Cosanostra parallela. Una diversa organizzazione criminale simile alla Stidda, mafia del Nisseno. Secondo gli investigatori gli arrestati, con minacce e intimidazioni, riuscivano ad aggiudicarsi appalti e a farsi intestare fiorenti attività economiche ed in più avrebbero anche procacciato voti per politici locali amici. Tra questi spicca il nome di Salvatore Montalto, consigliere comunale di Palma di Montechiaro che sarebbe stato eletto con i voti della mafia. Tra gli arrestati figurano fiancheggiatori di Giovanni Brusca appartenenti alla famiglia stiddara che uccise barbaramente il giudice Rosario Livatino. Nell'operazione portata a termine questa notte sono stati impegnati oltre 200 Carabinieri dello Squadrone Cacciatori e unità cinofile ed elicotteri. A fornire un grosso contributo alle indagini il pentito Giuseppe Quaranta della famiglia di Favara, che ha raccontato ai magistrati come funzionava il paracco e chi è a capo dell'organizzazione.