Un'intera famiglia coinvolta a quasi due mesi dall'omicidio di Thomas Bricca, il 18enne ucciso con un colpo di pistola alla testa, lo scorso 30 gennaio ad Alatri, nel frusinate. Nel mirino degli inquirenti sono finiti Roberto Toson, ex agente di polizia penitenziaria e il figlio Mattia, 22 anni, indagati per omicidio volontario in concorso. Sarebbero stati loro, secondo chi indaga, a raggiungere a bordo di uno scooter il centro storico di Alatri e fare fuoco verso Thomas e gli amici. Il terzo indagato è Luciano Dell'Uomo, pensionato, fratellastro di Roberto Toson, che avrebbe provato a far sparire una pistola scacciacani modificata e avrebbe distrutto le immagini di videosorveglianza della casa di famiglia, per lui l'accusa è di favoreggiamento e distruzione di materiale informatico. C'è anche una quarta persona coinvolta: si tratta del più piccolo della famiglia Toson, Niccolò, 19 anni, per ora non risulta indagato ma i carabinieri hanno sequestrato il suo telefono cellulare che sarà analizzato dagli esperti del RIS, gli stessi che stanno lavorando sul telefonino di Mattia Toson per verificare il suo alibi in cui, pare, ci sia un buco di circa mezz'ora la sera dell'omicidio. Attraverso le testimonianze gli inquirenti hanno, infatti, verificato che Mattia la sera del 30 gennaio era sì ad una festa di compleanno, come ha dichiarato, ma pare ci sia arrivato intorno alle 21, il tempo per l'agguato, avvenuto poco prima delle 20:30, c'era. Il movente resta sempre quello della vendetta per una zuffa, gli inquirenti ritengono che i responsabili volessero intimidire un amico di Thomas e così l'ipotesi della prima ora, quella dello scambio di persona, all'origine di una morte assurda, verrebbe confermata.