Sono davvero orgoglioso che la fondazione AIRC mi abbia affidato l'incarico di direttore scientifico dell'IFOM. Un istituto che ha enormi prospettive e che si proietta nel futuro scoprendo meccanismi alla base del cancro per curarlo. La ricerca del futuro è una ricerca multidisciplinare. Il bello dell'IFOM è proprio questo Istituto che ha al suo interno oncologi medici, ricercatori, biologi, fisici, matematici, ingegneri. Tutti insieme possiamo immaginare di comprendere i meccanismi alla base della malattia. Ecco, dobbiamo immaginare l'importanza di arrivare alla scienza di base, di partire dalla scienza di base per andare verso i pazienti. Da qui si aprono tantissime prospettive, lei ne ha menzionata una molto importante, quella della medicina di precisione, della Precision Oncology, che oggi è realtà, della possibilità di portare test diagnostici e nuove terapie che sono individualizzate per i pazienti. Certamente questo è il futuro e certamente IFOM si situa proprio in questa nuova dimensione. Io porterò con me la gioia e gli occhi che brillano dei ricercatori che ho conosciuto in tutta la mia carriera. Io sono partito da Torino, ho fatto l'University College, poi sono andato negli Stati Uniti alla Johns Hopkins School of Medicine e poi sono rientrato in Italia. E mi porto questo bagaglio. L'idea che questa è una comunità internazionale, l'IFOM è un istituto internazionale che accoglie ricercatori di tutto il mondo, dal Giappone all'india, da Singapore agli Stati Uniti, per una comunità sempre più coesa che si proietta al futuro e che dovrà collaborare in maniera sempre più intensa.