Il quadro clinico di Alex Zanardi resta estremamente delicato, non è in pericolo di vita, non è stato nuovamente intubato, ma la sua permanenza all'interno del reparto di terapia intensiva del San Raffaele, resta motivata da una condizione che non è stabile. A far scattare l'allarme era stata una febbre sopraggiunta nella notte tra giovedì e venerdì nell'ambito di una situazione sempre complessa di un cervello che non è più sedato e per questo è costantemente sotto osservazione, può entrare in sofferenza andando pure a minare i parametri cardiorespiratori e metabolici che nell'ultimo mese hanno sempre risposto positivamente, perché sono il cuore e i polmoni di Alex ad essere stati fin qui la sua forza. Con il passare dei giorni, però, una volta terminata la fase di coma assistito Zanardi resta un paziente incerto da sottoporre a stretta sorveglianza, con il rischio, tra le altre complicazioni possibili, di una infezione, la febbre può essere stata una spia, viene monitorato apposta l'andamento della febbre che peraltro in mattinata era diminuita, ma per avere risposte precise i medici del San Raffaele attendono l'esito di altri esami ai quali dovrebbe far seguito anche una risonanza magnetica nei prossimi giorni. Nel frattempo, Alex riposa all'interno del posto che per lui in questo momento è il più sicuro al mondo, perché solo una sala di terapia intensiva può garantirgli l'eventuale e immediata assistenza medica in caso di necessità.