"Perché, voi dite, che quello che è successo ricalca esattamente quanto era stato previsto?" "Semplicemente perché le portate di tutti i corsi d'acqua, sia dell'Emilia Romagna, ma di tutte le altre regioni italiane, sono portate che vengono calcolate su fenomeni di piovosità ordinaria. Le piene alluvionali possono avvenire a 100 anni, a 200, a 500 anni come è successo qui da noi, ma il tutto si tiene insieme se esiste una pianificazione del territorio e una conseguente manutenzione del territorio. Ciò che è accaduto qui 48 ore fa non è accaduto qui perché è qui che nasce il problema, il problema nasce sull'arco appenninico tosco emiliano. Se il fiume in cima alle colline è pieno di detriti o di alberi o di rifiuti, è evidente che una bomba d'acqua che dura 16 ore porta dalla collina alla pianura tutto ciò che c'era nell'alvio e quando arriva in fondo da qualche parte il detrito e il rifiuto deve uscire insieme all'acqua. Questo è quello che esattamente è successo". "Poi dite che servono degli interventi strutturali". "Sono interventi di manutenzione prima straordinaria e poi, una volta che si è intervenuti straordinariamente, di manutenzione ordinaria programmata temporalmente sulla base dell'andamento delle stagioni". "Basta mettere in sicurezza e rafforzare gli argini dei torrenti, dei fiumi?" "Assolutamente è come mettere un cerotto a una persona che è stata operata al cuore. Non serve assolutamente a nulla". "Parla di un piano straordinario, insomma". "Serve un piano Marshall, e un piano Marshall significa investire risorse importanti, noi parliamo di 10 miliardi di danni in Romania nella scorsa alluvione e più o meno le stime sono tra i tre e i quattro miliardi e due negli ultimi quattro giorni".