"Noi, ci siamo allertati prima sulla base di una nostra spontanea volontà. E quindi, anzi, tenga conto che appena noi abbiamo aperto il COC abbiamo dato l'allarme. Come già a dicembre qualcuno ci aveva preso un po' come delle persone molto apprensive". L'arrivo improvviso della piena, la segnalazione al Sindaco di Senigallia poche ore prima da un conoscente, un video sul telefonino. Nell'entroterra, la situazione si stava aggravando, da qui la decisione di allertare la popolazione. Quattro ore più tardi, il Misa supera gli argini. "E se non fosse stato così, si sarebbe rischiato addirittura peggio, quello che è stato". La Protezione Civile, poteva fare di più? "Secondo me, la Protezione Civile comunale no assolutamente. Aveva fatto tutto quello che doveva fare. Per quanto riguarda quella regionale, è da capire". Si continua a spalare il fango a Senigallia, una situazione simile a quella vissuta qui nel 2014, un'altra alluvione due anni dopo la Regione Marche, sosteneva in un documento, la necessità di interventi di rifacimento dei ponti della città, di ripristino delle arginature del fiume, e la creazione di 15 vasche di laminazione. Ad oggi, ne è stata finanziata una sola, lavori iniziati lo scorso febbraio a 40 anni dal primo progetto. Al telefono, il Dirigente della Protezione Civile delle Marche Stefano Stefoni "Sono a capo della Protezione Civile dal 2022, abbiamo fatto circa 15 milioni di lavori. Ne stiamo progettando altri 15. Processo, che continua fin quando tutta la pianificazione non verrà realizzata. Però, non si può non considerare il fatto, che per fare una vasca di laminazione, problemi espropriativi, contenziosi un cantiere dura 540 giorni. Quindi è prevista l'ultimazione tra un anno un anno e mezzo grossomodo. Nel frattempo, è successo quello che è successo". Il ponte degli Angeli nel centro della città, restaurato pochi anni fa murato il nuovo parapetto. "Ha fatto un effetto di tappo. L'hanno soprannominato in qualche maniera, una una sorta di diga sospesa. Il ponte, prima era come l'altro che è rimasto un po' maltrattato, ovviamente dalla piena dall'acqua. Però dava la possibilità di defluire sicuramente l'acqua". La devastazione del Nevola, uno degli affluenti del Misa esondati. Sono tutti a rischio i 13 fiumi delle Marche, l'allarme del Consorzio di Bonifica. "Sul Nevola, mi risulta che sono stati fatti dei lavori dal Genio Civile, che non ha potuto innalzare le arginature oltre la cinquantennale, perché ci sono i capannoni industriali costruiti sugli argini. Da quanti anni si devasta il territorio? Prima ancora che dire da quanti anni le cose si fanno o non si fanno".























