Omicidio e disastro colposo. Questi i reati ipotizzati dalla procura di Prato a carico di 15 persone nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione, che nel novembre del 2023 provocò la morte di due persone. Gli avvisi di garanzia riguardano amministratori e dirigenti in carica, al momento dell'esondazione nei comuni di Prato e Montemurlo, nonché della protezione civile locale e due dipendenti di Autostrade. Indagati, tra gli altri l'ex sindaco di Prato Matteo Biffoni, il vicesindaco Simone Faggio, il primo cittadino di Montemurlo Simone Calamai, entrambi ancora in carica, oltre a due dipendenti di Autostrade chiamati in causa per il cedimento del manto autostradale all'altezza del casello di Prato Est sulla A11. Un cittadino cinese cadde nel vuoto, salvandosi per miracolo. I PM ricordano inoltre che un cittadino italiano venne salvato grazie al coraggioso intervento di un uomo honduregno che, rischiando la propria vita, attraversò le acque in piena, salvando la persona che stava per essere trascinata via. Le ipotesi di omicidio colposo e disastro colposo sono legate alla morte di due persone nei comuni di Prato e Montemurlo. Antonio Tumulo, 84 anni, fu travolto dalla piena del torrente Bardena nella frazione di Figline di Prato, mentre Alfio Ciolini, 85 anni, fu trovato senza vita a Montemurlo nella sua casa invasa dalla acqua. La Procura ipotizza nei confronti degli indagati la sussistenza di una responsabilità a titolo di colpa per i reati di omicidio e disastro. Viene loro contestata la mancata adozione di misure di sicurezza, nonostante fossero a conoscenza del rischio idrogeologico del territorio. .