Alpinismo, la montagna vista da Simone Moro

06 giu 2023
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Incontriamo Simone Moro di fronte al Monte Bianco ai 2.200 metri di Pavillon, stazione intermedia di Skyway. Altitudine trascurabile per un alpinista abituato agli 8.000, ma i metri si misurano diversamente nel cuore. "Il Monte Bianco è la metafora dell'alta quota in Europa, il punto più alto raggiungibile a piedi in Europa, e qui, per un alpinista d'alta quota, è il simbolo iniziale di crescita per sognare poi in grande." 55 anni, bergamasco, laureato in scienze motorie, alpinista di professione, è suo, e nessuno può soffiarglielo, il record per il maggior numero di ascensioni, in prima invernale, sugli 8.000: ben 4, come le volte che ha scalato l'Everest. Chi meglio di lui, allora, può rispondere a questa domanda: "Negli ultimi anni purtroppo sono cresciute esponenzialmente gli incidenti in montagna, da che cosa dipende secondo te? Da una montagna sempre più complicata anche per i cambiamenti climatici o per una maggiore imperizia o imprudenza degli alpinisti?" "No, sono solo aumentati il numero dei praticanti, quindi è un punto di vista statistico. Sono aumentati anche il numero di incidenti. Oggi ci si avvicina più facilmente e quindi è anche più facile arrivarci impreparati, non tanto perché non si ha l'attrezzatura giusta, che può capitare, ma senza quella barriera conoscitiva di pratica che fa da filtro per ogni attività." "La paura, hai sempre detto, è il migliore alleato di un alpinista". "La paura non è da sfigati, ma è il contachilometri che parametra il livello tuo di preparazione. Non bisogna mai sentirsi troppo sicuri negli ambienti naturali, non si è in un ambiente normato, quindi predeterminato. La natura è selvaggia." "Paura ma anche saggezza nel sapersi fermare." "Non esiste nessun percorso umano dove si è onniscienti e si vince sempre. Noi apprendiamo fallendo e bisogna cercare di rinunciare prima di avere delle cocenti sconfitte, che tante volte possono essere fatali. Bisogna saper decidere di rinunciare in tempo, prima che sia troppo tardi. "La tua prossima impresa?" "Fra 3 mesi e mezzo una montagna inviolata. Non è un 8.000, 6.700 metri, si chiama il Lingtren, andate a vedere che montagna è, dove è, e perché vale la pena scalarla.

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