"Vorrei sapere da lei se condivide, in toto o in parte, l'indicazione, l'allarme che c'è stato da parte del Ministro dell'Interno tedesco Seehofer, il quale ha detto: la UEFA è irresponsabile. Troppi tifosi negli stadi, in questa fase, rischiano davvero di essere una sorta di super spreader, per il contagio, condivide o è più ottimista?" "No, ma io condivido che questa preoccupazione, tra l'altro, mi pare di assistere in queste ultime ore ad uno scarico di responsabilità tra l'UEFA e i governi degli Stati. Io credo che l'UEFA, a un certo punto, aveva chiesto il pubblico in presenza, aveva chiesto delle percentuali, ma ricordo che le decisioni ultime in materia di sicurezza sanitaria ovviamente spetta agli Stati e quindi credo come noi, quando accettammo l'indicazione dell'UEFA, decidemmo per il 25%, che era la percentuale minima, lo abbiamo fatto con prudenza e ovviamente oggi siamo contenti di quella scelta. Per quanto riguarda finali e semifinali, oggettivamente, pensare a 60.000 tifosi dentro ad uno stadio in Inghilterra, una qualche preoccupazione credo che giustamente la provochi e quindi mi auguro che sotto questo aspetto ci siano delle riflessioni di responsabilità, nella consapevolezza che l'obiettivo di ogni Stato deve essere quello di tutelare e salvaguardare la salute, quindi mi rendo conto dell'importanza dell'evento, ma credo che dobbiamo avere la consapevolezza che siamo dentro, ancora, a una pandemia, a una situazione di emergenza e le situazioni di emergenza devono essere affrontate con decisioni di emergenza talvolta anche con tempi ristretti quindi c'è ancora il tempo, a mio avviso, per rivedere i numeri, ora per rivedere la sede mi rendo conto che forse probabilmente non ci sono più le condizioni, ma quantomeno per cautelarsi in merito al numero dei tifosi e agli accessi allo stadio forse una riflessione sarebbe opportuno farla." "Senta Sottosegretario, lei giudica irresponsabile, anche lei diciamo, l'atteggiamento, ora non della UEFA questa volta, ma in particolare anche del Governo britannico che, comunque ha continuato a dire: noi la finale la facciamo qui, non se ne parla di spostarla, siamo pronti, stiamo organizzando tutto quanto. Ora abbiamo capito che forse è troppo tardi, ma lei come giudica questo comportamento?" "Ma, io ricordo un particolare che credo non sia sfuggito a nessuno, circa due mesi fa il Premier inglese fu lui a dire che forse sarebbe stato opportuno giocare più partite in Inghilterra proprio perché in quel momento l'Inghilterra era uno tra i paesi con il minor numero di contagi e oggi oggettivamente lo scenario è cambiato e se era una riflessione di buon senso in allora, la è anche adesso quando diciamo che forse sarebbe stato opportuno, valutando la situazione dei contagi in Inghilterra, l'ipotesi anche di individuare altre sedi, tra l'altro ricordo che il presidente Draghi questa riflessione la fece qualche giorno fa, quindi c'era ancora il tempo per fare una riflessione. Ripeto, mi rendo conto che parliamo di un evento organizzato, con investimenti, con interessi, ma credo che non dobbiamo mai dimenticare che in un momento come questo, al primo posto dobbiamo mettere, assolutamente, la tutela della salute pubblica garantendo, ovviamente, lo svolgimento di quelli che sono gli eventi, ma ripeto con prudenza e forse tutto sommato se l'UEFA avesse preso in esame l'ipotesi di trasferire le sedi sarebbe stato, a mio avviso, un'ipotesi di buon senso e razionale.