Invoca la riconciliazione fraterna e il rispetto delle popolazioni, l'ascolto del grido di chi è vittima della guerra. Dal Myanmar alla Palestina all'Ucraina, l'appello di Papa Francesco a risolvere i sanguinosi conflitti nel mondo. "La pace è un cammino e invito tutte le parti coinvolti a muovere passi di dialogo e a rivestirsi di comprensione perché la terra del Myanmar raggiunga la meta della riconciliazione fraterna. Sia consentito il transito degli aiuti umanitari per garantire il necessario a ogni persona. E lo stesso avvenga in Medio Oriente, Palestina, Israele e ovunque si combatte. Si rispettino le popolazioni. Penso sempre in modo accorato a tutte le vittime, specialmente civili causati dalla guerra in Ucraina. Per favore si ascolti il loro grido di pace". Seguito da migliaia di persone in piazza San Pietro, l'Angelus è occasione per rilanciare con forza la richiesta di pace, che Papa Francesco ha ribadito cedendo il microfono ad una bambina accanto a lui. "Siamo qui per gridare a tutta la città e al mondo intero la nostra voglia di pace". Pace e tutela dell'ambiente viaggiano l'una accanto all'altra della finestra del Pontefice che ricorda: "non si dialoga con il diavolo. Diavolo che oggi ritroviamo nell'idolatria del potere, nei conflitti, nelle armi che uccidono. Diavolo", dice Francesco, "che si serve dell'ingiustizia economiche e della manipolazione del pensiero per vincere. Con lui nessun dialogo". Infine la vicinanza del Papa ai cristiani in Turchia. "Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa Santa Maria Draperis a Istanbul che durante la messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti".