207 anni fa, la fondazione dell'Arma dei Carabinieri e oggi, 5 giugno, cerimonia con il Comandante Generale Luzi, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell'Interno e di quello della Difesa. A scandire le fasi salienti della cerimonia, uno schieramento in forma ridotta causa pandemia, la bandiera di guerra, la banda e un reparto in armi. Una giornata che è loro, ma è di tutti gli italiani. "Si stanno aprendo nuove speranze, nuove aspettative di vita, i Carabinieri sono con gli italiani e quindi, veramente, dedico quest'anno, dedico questa festa dell'Arma agli italiani, che sono i veri titolari, i veri, tra virgolette, uso un termine forte: padroni dell'Arma dei Carabinieri". Ed è l'occasione per ricordare chi ha messo la propria vita, al servizio del Paese come Vittorio Iacovacci, ucciso in Congo, insieme con l'Ambasciatore Attanasio e come Mario Cerciello Rega, accoltellato a morte da due ragazzi americani, una sera di luglio di due anni fa. Il momento più commovente, forse il più atteso, quello della consegna alla moglie Maria Rosa, della medaglia d'oro al Valor Civile, alla memoria. Ma la cerimonia, è anche l'occasione per sottolineare l'impegno, degli uomini dell'Arma, nel rispondere ogni giorno, alle necessità dei cittadini, soprattutto in questo lungo periodo di difficoltà, che l'emergenza ha determinato nel Paese. "Il distanziamento sociale, non ha significato per noi allontanarci dalla gente, anzi è stato uno stimolo per essere sempre ancora più vicini e per cercare di essere interpreti delle esigenze dei cittadini, in una maniera ancora più speciale, perché ce n'era bisogno". Nonostante i rischi: oltre 11 mila i contagiati in divisa, 30 i Carabinieri morti di Covid.