Andrea ha accennato al 25 Aprile, che possiamo chiamare un 25 Aprile di memoria della liberazione e di impegno per la pace. Quindi non è solo per noi, quest'anno, una celebrazione, è un giorno di festa, per quanto poco si possa festeggiare, in questa drammatica situazione, ma ci proponiamo di fare, di questa giornata, uno stimolo verso tutti, per il ritorno della politica come capacità di composizione dei conflitti. L'ANPI, non siamo mai stati equidistanti nella tragedia di questa guerra. Eravamo e siamo dalla parte degli aggrediti contro gli aggressori, come abbiamo detto, alle 9:00 di mattina, probabilmente, sicuramente fra i primi, forse i primi, alle 9:00 di mattina del 24 febbraio, poche ore dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Però oggi siamo davanti a una novità, siamo davanti a una fase nuova dell'invasione che ha assunto un carattere ancora più tragico, con vittime civili, violenze, distruzioni crescenti e con l'aumento della tensione internazionale a livelli, per quel che ne so io, sconosciuti dal dopoguerra. Tutto ciò, secondo noi, rende più urgente la ricerca di un tavolo di trattative, quanto meno a partire, come ha proposto Papa Bergoglio, da una tregua nelle festività pasquali. Vediamo però con allarme, che sta succedendo esattamente il contrario, con scelte e comportamenti che spingono al prolungarsi delle ostilità e a un riarmo continuo e accelerato. Una di queste scelte, una di queste scelte, è il crescente rifornimento di armi sempre più letali all'Ucraina. Cosa che, a nostro avviso e non solo a nostro avviso, rende ancora più difficile un ruolo di mediazione dell'Unione Europea e aumenta di giorno in giorno i rischi di espansione della guerra.























