È la 'Ndrangheta ad aver reso il porto di Gioia Tauro, per posizione geografica e volumi di merce in transito, lo scalo strategico per l'import di cocaina in Italia. E solo in quell'area nel 2020 sono state effettuate 24 operazioni che hanno portato al sequestro di 6 tonnellate di cocaina, corrispondenti al 45% del totale dei sequestri effettuati in ambito nazionale. Il tutto è evidenziato nella relazione annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga. "Il dato che allarma di più è l'utilizzo prevalente per i traffici internazionali di cocaina del porto di Gioia Tauro, che rischia di diventare una hub anche per l'area dei Balcani e che mette in evidenza, ancora una volta, qualora non ce ne fosse stata già consapevolezza, di quanto pericolosa sia la 'Ndrangheta". Cambiano le rotte dei trafficanti, si rafforza quella nei Balcani, ma prioritaria resta anche quella che passa dall'Africa, da dove arriva l'eroina afghana. "Le rotte stanno cambiando e le rotte che passano dall'Africa sono sicuramente in questo momento strategiche, non a caso abbiamo rimodulato le nostre presenze soprattutto nell'Africa sud orientale e nel centro dell'Africa". La pandemia ha poi favorito l'uso del web per la compravendita di droga e la diffusione di preparati e sintetici cresce, soprattutto tra i più giovani. "Le forze di Polizia sono sicuramente attrezzate anche per investigare nel web, così come lo fanno sul territorio. È un territorio anche quello, è un territorio virtuale nel quale sempre di più ci siamo, ci dobbiamo abituare a entrare, a navigare, a svolgere anche un'azione di contrasto che sia efficace. Così come si controlla il territorio, si controlla anche il territorio virtuale".