Come si può contrastare una minaccia in invisibile? Doveva essere un'arma in più per tenere sotto controllo la pandemia da coronavirus nella fase 2 ma al momento appena il 10% degli italiani ha scelto di istallare l'app immuni sul proprio cellulare. Dopo qualche stop and go e le polemiche legate alla questione privacy dallo scorso 8 giugno l'applicazione per tracciare e segnalare soggetti Covid positivi, ha iniziato la fase di sperimentazione. Il commissario straordinario per l'emergenza, Domenico Arcuri, ha ammesso che immuni non ha per ora raggiunto i target desiderati, parlando di un rilassamento generale. Allo stato l'applicazione per la tracciabilità dei contatti covid positivi, è stata scaricata da circa 4 milioni di italiani. L'app serve assolutamente, non tanto in questo momento, servirà quando riaumenterà il numero dei casi, non abbiamo la necessità di fare il tracciamento non solo manuale che, come stiamo facendo in questi giorni, cioè con l'interrogatorio delle persone che sono state in contatto per fargli ricordare chi hanno visto, dove sono state e quindi rintracciare i contatti, ma nel momento in cui dovesse riaumentare, come probabilmente succederà in autunno il numero dei casi, la app sarà necessaria, sarà necessario che lo scarichi almeno il 70% degli italiani, a tutt'oggi sono tra i 4, 5 milioni, quindi una misura assolutamente insufficiente. Anche il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria ha ribadito l'utilità degli strumenti digitali per gestire e prevenire una nuova ondata. L'app funziona senza seguire gli spostamenti, senza conoscere l'identità della persona che la stalla. Una volta attivata regista i contatti con altri utenti, usando il Bluetooth, quando l'utente immuni risulta positivo attraverso l'app si attiva un meccanismo per cui vengono avvisati i possibili contatti.