Arcuri: dramma attuale diverso dal precedente

29 ott 2020
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Continuo a dire che la gente non dovrebbe andare nei pronto soccorso, perché come lei sa quando un soggetto un cittadino teme di essere positivo deve rivolgersi o ai servizi dell'Asl. Ma secondo lei il paziente che ha paura di essere positivo e va in pronto soccorso lo fa perché non ha chiamato neanche il suo medico di base o perché il medico di base non gli ha risposto. Secondo lei che cos'è che succede? Il medico di base non direbbe mai "vai al pronto soccorso". È inevitabile che serva una maggiore collaborazione da parte di tutti, anche del sistema della medicina di base. Questo lo voglio dire perché quando c'è il senso di paura si può avere una doppia reazione. La prima, ed è accaduto nei mesi passati, non andare in ospedale perché si teme di prendere il contagio. La seconda, e sta avvenendo adesso: mamma mia, sono positivo, dove vado, corro al pronto soccorso. Perché nel Mezzogiorno d'Italia si ha una convinzione, purtroppo errata, che la medicina l'assistenza che offre un ospedale sia sempre migliore di quella che offra qualunque altro soggetto preposto al servizio sanitario, in questo caso il medico di base. È un concetto sbagliato perché gli accessi impropri affollano i pronto soccorso e molto spesso ci si trova in una condizione di collasso di fronte alla quale i medici hanno difficoltà a poter reagire immediatamente. Ma questo credo che sia un fenomeno molto diffuso e non soltanto in Sicilia. Serve forse una maggiore comunicazione, una campagna di sensibilizzazione. Forse questi mesi avremmo potuto impiegarli anche per fare questo tipo di comunicazione? Io non finisco mai di fare esortazione, li faccio del mese di giugno, quando tutti andavano al mare e io continuavo a dire, sembravo essere veramente l'ultimo soldato della battaglia, e dicevo state attenti anche se andate al mare tenetevi lontani due metri e mezzo, tre metri, perché il virus non è assolutamente scomparso. Si muove col pendolarismo, e quindi è chiaro che noi meno persone facciamo muovere e meglio è, questa è una raccomandazione che abbiamo continuato e continuiamo a fornire ai nostri conterranei. Non è un caso che abbiamo pensato di chiudere o fortemente ridimensionare la frequenza a scuola per le scuole medie, per le scuole superiori.

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