Nel descrivere uno scenario estremamente preoccupante emerge chiara l'incredulità, persino del giudice per le indagini preliminari di Piacenza, che ha firmato le 326 pagine di ordinanza con le quali sono finiti agli arresti 6 militari e 12 complici civili. Non è stato semplice, scrive il giudice Luca Milani, rendersi conto che dietro i volti sempre cordiali e sorridenti di presunti servitori dello Stato, incrociati più volte nei corridoi e nelle aule del tribunale di Piacenza, mentre svolgevano attività istituzionali, potessero celarsi gli autori di reati gravissimi. Una consuetudine che andava avanti almeno da 3 anni. Eccoli, due di loro in questa foto, ostentata sui social network, in compagnia di due pregiudicati. Un'immagine che conta più di molte parole, scrive il gip, e che immortala quel mondo capovolto in cui gli indagati. Credevano di vivere, caratterizzato dallo stravolgimento delle regole di convivenza civile. Il presunto capo indiscusso del gruppo, stando alle indagini, era l'appuntato Giuseppe Montella, 36 anni, un criminale pericolosissimo lo definisce il Gip, il quale è stato in grado per anni di mascherarsi da servitore dello Stato per perseguire esclusivamente i suoi scopi illeciti. Finisce ai domiciliari anche il maresciallo Marco Orlando, che comanda la stazione nella cui stanza si sarebbe consumata anche un'orgia. Il suo disinteresse, la superficialità, scrive ancora il Gip, avrebbe fatto sì che, soprattutto durante la pandemia, la squadra continuasse a far proliferare il numero degli arresti illegali, assicurandosi lo stesso tempo che il traffico di droga non si fermasse. Ne risponde anche il Comandante della compagnia Stefano Bezzeccheri. L'ufficiale è straordinariamente attento alla carriera, scrive il gip e incurante dei mezzi utilizzati dai suoi uomini per conseguire risultati in termini di arresti.