C'era chi timbrava il cartellino e poi andava via, chi invece il cartellino lo affidava a qualche collega perché timbrasse per lui, in modo da poter entrare in ritardo o uscire in anticipo, per poi dedicarsi, nelle ore lavorative, a tutt'altro; fare la spesa, fare attività sportive e addirittura a giocare al videopoker. Classico copione di una classica vicenda di assenteismo. Protagonisti alcuni dipendenti dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro e del principale ospedale cittadino, il Pugliese Ciaccio. Il loro comportamento da furbetti del cartellino era ormai sistematico; in soli quattro mesi la Guardia di Finanza catanzarese ha accertato e documentato, anche filmandoli, oltre 2.100 episodi di assenteismo, per un totale di circa 1.800 ore di lavoro mai effettuate. I lavoratori erano dipendenti degli uffici amministrativi e tra loro c'erano anche due dirigenti che, anziché reprimere quelle condotte finivano col parteciparvi, spingendo il GIP a parlare di un sistema collettivo, in cui tutti si beano di un’imperante e generalizzata sensazione di impunità, proprio perché tutti complici, controllori e controllati. 57, dunque, gli indagati per truffa ai danni di un ente pubblico e fraudolenta attestazione della presenza in servizio. Per 15 di loro è scattata, su richiesta della Procura, la sospensione dall'esercizio di pubblico ufficio. Per questi 15 più altri tre, ormai in pensione, anche il sequestro preventivo delle somme indebitamente percepite, per un ammontare di circa 20.000 euro.