Indaga la Direzione Distrettuale Antimafia sull'attentato ai danni di Sigfrido Ranucci, sull'ordigno esploso sotto l'abitazione del giornalista e conduttore di Report. Per ora si procede per danneggiamento con l'aggravante del metodo mafioso. Una bomba rudimentale piazzata tra i vasi esterni all'abitazione, a Campo Ascolano nel comune di Pomezia, ha distrutto l'auto di Ranucci e danneggiato quella della figlia. L'ordigno non aveva un timer, ma probabilmente era stato lasciato con la miccia accesa da qualcuno che è scappato via. Per questo si cercano immagini che potrebbero essere state riprese da telecamere di sorveglianza. Un'esplosione che avrebbe potuto uccidere. Ranucci è sotto scorta da anni dopo le minacce di morte della criminalità organizzata. Ora ogni misura di protezione verrà rafforzata, assicura il Ministro dell'Interno Piantedosi. Ma il giornalista denuncia da tempo "un clima di isolamento e delegittimazione". Recenti e diversi gli episodi intimidatori. "Questo è stato, diciamo, un salto un po' di qualità , insomma un po' più preoccupante perché proprio davanti casa, dove l'anno scorso avevamo trovato dei proiettili". Immediate le reazioni. Per la Federazione Nazionale della Stampa "è un attentato non solo al collega di Report, ma alla libertà di informazione, all'Articolo 21 della Costituzione, ai principi della convivenza civile e di democrazia". "Un gesto vile", per l'associazione Libera, "che non colpisce solo un giornalista, ma il diritto di tutti i cittadini a conoscere, a capire, a cercare la verità". .























