Immortalato da una telecamera di sorveglianza, un emulatore è stato arrestato dai Carabinieri di Santa Maria Maggiore in Val d'Ossola dopo aver sradicato due colonnine con autovelox nella notte tra l'11 e il 12 di novembre. Il fatto è avvenuto a Druogno in provincia di Verbania in una strada statale. Dalle immagini del Comune è stato possibile identificare un residente di 50 anni già conosciuto dai Carabinieri, denunciato per danneggiamento aggravato. Il costo per le casse pubbliche è di 2000 euro ma tuttora indagano diverse Procure per individuare chi in Veneto, negli ultimi mesi abbia abbattuto 15 autovelox per vendicarsi contro rilevamenti e multe. Nell'ultimo caso con tanto di rivendicazione un tornerò in stile supereroe. La spinta emulativa ha raggiunto il Sud Italia, poche ore fa i cavi di un rilevatore sono stati tranciati in provincia di Lecce. Azioni che sono punite dal codice della strada con delle multe che vanno da 42 a 173 euro per danneggiamento e anche da quello penale che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni per chi distrugge beni altrui. Per gli emulatori potrebbe anche prefigurarsi l'apologia di reato, gli autovelox hanno la funzione di prevenire gli incidenti perciò sul tema ha scritto un post la giornalista del Corriere della Sera Paola Di Caro che nell'ottobre del 2022 perse il figlio, aveva 18 anni, investito sul marciapiede a Roma da una ragazza risultata positiva all'alcol test. A chi in nome della Libertà inneggia ai distruttori di autovelox la giornalista dice: "Vorrei che solo un giorno provasse quel che provo io, ossia una pena atroce".