Dal debutto di Rovigo, agli ultimi casi registrati fra Padova e Treviso, fino a Cortina d'Ampezzo. In Veneto gli autovelox abbattuti sono una dozzina. Episodi simili anche in Emilia Romagna, Piemonte e ora anche in Lombardia vicino Bergamo. Tutto è partito dal Polesine. Poi il fenomeno si è allargato a macchia d'olio. Gli apparecchi presi di mira sono quelli che generano almeno mezzo milione di multe all'anno, caratteristica che li rende particolarmente temuti dagli automobilisti. La modalità di azione è sempre la stessa come documentato da questo video girato da una telecamera di sorveglianza e diffuso sui social. Gli autovelox vengono tranciati con un flessibile e resi inutilizzabili. L'autore o più probabilmente gli autori dell'azione criminale hanno preso di mira soprattutto gli strumenti per la misurazione elettronica della velocità lungo le arterie più trafficate. Gli episodi deprecabili hanno però trovato diversi sostenitori sulle piattaforme social. Ma attenzione. Il Procuratore della Repubblica di Treviso Marco Martani ha ipotizzato l'apologia di reato per chi, attraverso il web, esorta il responsabile, o i responsabili, a continuare a mettere fuori uso gli autovelox. Per evitare ulteriori atti di emulazione e ulteriori danneggiamenti gli amministratori preferiscono mantenere basso il profilo ma i controlli sulle strade inevitabilmente aumenteranno.