Intanto, iniziamo con il dire che il 14 si riapre. Sarà un anno indubbiamente complesso, non neghiamo le difficoltà, perché ci sono, però non dobbiamo nemmeno dimenticare il lavoro straordinario che è stato fatto quest'estate per reperire spazi per il personale, per i lavori di edilizia scolastica leggera che sono stati fatti e non dobbiamo nemmeno dimenticare mai che viviamo in una pandemia globale che al momento lascia ancora un miliardo di studenti a casa. Quattro giorni di fuoco dalla prima campanella ufficiale, anno scolastico 2020-2021 della scuola in era Covid, e si corre contro il tempo per risolvere tutti i problemi, ultimo, in ordine di tempo, su 500 mila insegnanti che si sono sottoposti volontariamente al test sierologico, oltre 13 mila sono risultati positivi, rivelando tracce del virus nel sangue e ora attendono l'esito del tampone per sapere se sono ancora contagiosi, lasciando però più incertezza sul reale numero degli insegnanti in campo alla riapertura. Cosi, se è possibile, da aumentare il rovente dibattito sulle supplenze e le assegnazioni di cattedre vacanti. Da un lato gli istituti spingono per assegnare incarichi in base alle proprie graduatorie d'istituto, dall'altro, il Ministero suggerisce gli elenchi territoriali. Una corsa ad ostacoli, avere tutti i supplenti, visto che molti insegnanti preferiscono ovviamente accettare un incarico annuale che non la supplenza giornaliera e sindacati avvertono: una scuola su quattro potrebbe non riuscire ad aprire. Ma non tutti sono allineati, attesi i banchi mancanti entro ottobre, si apre la questione termo scanner negli istituti, mente nelle linee guida, la temperatura dell'alunno deve essere misurata a casa. A fine giugno – noi – abbiamo approvato delle linee guida, insieme a tutte le Regioni, Piemonte compreso, dove il CTS, il Comitato Tecnico Scientifico, del Ministero della Salute ha detto chiaramente che la misurazione della temperatura va fatta a casa anche per evitare che se ci fossero degli studenti già contagiati vadano sugli autobus e ovviamente contagino gli altri. Di conseguenza, queste sono le regole nazionali. Io credo che non si possa, quattro giorni prima della riapertura delle scuole, cambiare le regole, come se fosse un gioco, credo che ci voglia assolutamente rispetto nei confronti delle famiglie, nei confronti dei dirigenti scolastici che – lo ribadiscono – ha fatto un lavoro eccezionale, rispetto e fiducia mi aspetto nei confronti dei cittadini piemontesi.