Si illumina la notte di Jesi, qui nella cittadina marchigiana, dove è nato e ha imparato a giocare a calcio Roberto Mancini. È un simbolo che va oltre lo sport. "Mancini è nato qui, in questo quartiere difficile e qui non molla mai nessuno". "Grazie, grazie, grazie veramente". "Mancini un grande, abbiamo dato lezione di calcio agli inventori del calcio". Sono tanti davanti al maxischermo nella parrocchia di San Sebastiano. Nel campetto dell'oratorio le partite con gli amici e i primi tiri in porta, del Mancio. "È veramente una felicità per Roberto Mancini. Jesino, jesino!" "Per noi è una gioia immensa". Don Federico ha superato le difficoltà organizzative, per far ritrovare le persone del quartiere. È la serata delle tre P, dice: la preghiera, i panini e il pallone. "È l'occasione del riscatto per un quartiere, per una città e per tutta Italia. Adesso vogliamo il ritorno, bisogna che ci porta a giocare gli 11, tutti quanti qui, li vogliamo qui". La foto di Mancini e il tricolore. L'orgoglio e il ringraziamento, nei manifesti affissi in tutta la città. "L'Italia è sul tetto d'Europa, Jesi è sul tetto d'Europa" L'emozione del CT, nell'abbraccio con Vialli senza filtri, diretta. L'affetto sincero di chi l'ha visto crescere e adesso segue la partita da dove tutto è cominciato. Si soffre, si spera e infine, si può festeggiare.