Corso Vittorio Emanuele, un sabato sera di novembre, il centro di Piacenza è pieno di persone, due gruppi di giovani iniziano a litigare in mezzo ai passanti e in pochi minuti distruggono l'esterno di un bar. Questo è solo uno degli episodi che negli ultimi mesi si è verificato nel salotto della città, le strade pedonali e all'esterno delle scuole. A fermare questi gruppi di giovanissimi, con 45 misure di prevenzione, 19 indagati, tra cui sei minorenni è la Polizia di Stato di Piacenza. "Le misure di prevenzione erano l'obiettivo principale, cioè quello di stroncare il nascere di aggregazioni giovanili che si vedono proiettate, per emulazione a diventare piccole bande, ad organizzarsi con quelle che sono le strutture delle reali baby gang che loro cercano di emulare sul territorio". Non erano ancora banda organizzata, erano gruppi di italiani, nordafricani e minori stranieri, non accompagnati, dai 16 ai 28 anni. "Si tratta di provvedimenti di natura di prevenzione, quindi a prescindere dalla commissione di un determinato reato, che hanno proprio la finalità di prevenire ulteriormente fatti che possono poi sfociare in reati più gravi".